In un recente evento formativo, partecipato da alcuni soci AMT e tenuto da Carlo Mosca, si è parlato di come sia importante (e difficile) per un mediatore mantenere la priorità del principio di autodeterminazione delle parti.
Si è parlato in particolare di “agency”, vale a dire la caratteristica propria degli esseri umani (e non solo, ma limitiamoci a questi) di aver coscienza di sé e muoversi in autonomia.
Nella prospettiva trasformativa, tale qualità è considerata fondamentale, il presupposto necessario affinché un soggetto coinvolto in un conflitto possa trovare in sé le risorse per gestirlo nel modo più produttivo. Come noto, un mediatore trasformativo ha come obiettivo quello di supportare il processo di empowerment di ciascuna della parti coinvolte in una mediazione. Tale supporto, insieme

a quello dato al processo di recognition, è funzionale alla creazione di presupposti per la creazione di un confronto utile (e quindi la trasformazione qualitativa dell’interazione conflittuale – da distruttiva, quale di regola si presenta, a costruttiva).Farlo non è semplice…

Per chi non c’era (e anche per chi c’era e vuole rivedersi la parte iniziale), ecco la registrazione dei primi 30′ di corso.

https://youtu.be/2ENzQGSdJmc